Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

lunedì 22 febbraio 2016

Crisi passeggera ???? Harley-Davidson business!!!!



Sono le più belle motociclette del mondo. L'indiscusso mito a due ruote. Eppure gli ultimi mesi del 2015 sembrano essere stati una vera e propria catastrofe a livello di profitti: -43% rispetto ad Ottobre-Dicembre del 2014. Una delle icone made in USA sembra vacillare..... 

 

I numeri parlano chiaro: profitti quasi dimezzati rispetto all'anno precedente, il più delle volte, è sinonimo di problemi non indifferenti per l'azienda (http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2016/02/01/news/harley-davidson_lamerican_dream_batte_in_testa-132532706/). Questi numeri, però, vanno valutati e contestualizzati nel mercato di riferimento per cercare di comprendere se possa trattarsi di una crisi passeggera, seppur importante, o di una situazione che è destinata a durare.

Dopo un lungo periodo di forte crescita sembra che la situazione stia cambiando......

Per anni la Harley-Davidson non solo è stata il mito delle due ruote che tutti conoscono, ma anche la monopolizzatrice del segmento custom che prima, praticamente, non esisteva. Durante questo periodo, durato dall'inizio degli anni novanta fino ad ora, si è avuto un crescendo di vendite, dovuto anche ad un aumento esponenziale di enthusiast del marchio, cui ha contribuito in maniera determinante sia l'HOG (Harley Owners Group), il club ufficiale della casa americana, legato con i suoi chapter  (ovverosia le varie sezioni) ai vari concessionari, sia ad un importante opera di comunicazione. Nel tempo non tutti coloro che si sono avvicinati alla Harley-Davidson hanno optato per l'acquisto di una moto nuova. In molti casi, grazie anche alla robustezza incredibile delle moto ed alla loro linea senza tempo, gli appassionati hanno optato per l'acquisto di un mezzo usato.  Si è venuto a creare il paradosso che, a fronte di un continuo aumento dei possessori di Harley-Davidson, i numeri dell'immatricolato (cioè del nuovo) non aumentava nella stessa percentuale. Oltre a questa situazione, negli ultimi dieci anni si è avuta una crescita della cultura custom senza precedenti.


Lo sviluppo della cultura  “custom” non ha giovato alle vendite dei nuovi modelli.

Cultura “custom” non più legata unicamente alla Harley-Davidson, ma ad una visione della moto in stile vintage (o post-heritage come sostiene qualcuno) che è andata, quindi, a riguardare altri marchi prima esclusi. Molti di coloro che non potevano comprarsi lo Sportster (il modello di accesso al marchio americano), hanno iniziato a modificare la moto che avevano nel proprio garage creando, alcuni, vere e proprie realtà imprenditoriali a tema. Altro problema è stata la lontananza del mondo Harley-Davidson, visto (soprattutto in Italia)  come una realtà a se stante, nella quale è estremamente difficile introdursi.  Se a ciò aggiungiamo che diverse case motociclistiche, appresa questa situazione, sono entrate con nuovi ed accattivanti modelli in un segmento fino ad ora sconosciuto, proponendo moto  “pronto custom” (vedasi su tutte la Yamaha con la serie Faster Son, ma anche Moto Guzzi con la V7,  Ducati con la Scrambler e Triumph con le nuove Classic, tanto per citare le più importanti) si ha la reale situazione del perchè, probabilmente, vi è stato questo calo di profitti del 43%. 

Bisogna correre ai ripari!!!!!

Harley-Davidson stessa (si veda il periodo di gestione della azienda AMF negli anni settanta) ed anche in questa occasione si è portati a pensare positivamente.
In occasione dell'EICMA 2015 (http://www.1957legend.it/2016/02/quando-non-ci-sono-cambiamenti.html) da questo blog lanciai un  grido di allarme circa la mancanza di un modello in chiave scrambler ed un altro più sportivo su base Sportster (sarebbe bello avere una nuova XLCR.....),  essenziale per contrastare le altre case motociclistiche.
Oggi mi permetto di aggiungere che la Harley-Davidson, se vuole ancora allargare il bacino di utenza, deve essere di più tra la gente in modo da non essere più vista solo ed unicamente come un mondo elitario, ma come un “American Dream” a portata di tutti.


 





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