Uno Sportster Cafe Racer in grado di emozionare persino i duri e puri di questo tipo di moto, ottenuto plasmando l'alluminio ed inventando forme.
Che Shinya Kimura fosse ci sapesse fare con l'alluminio era una cosa nota da tempo, anche se meno note erano le sue creature. Poi è arrivata la Yamaha che ha commisionato al genialoide giapponese la costruzione della sua prima “Faster Son” attorno ad una MT-07, ed immediatamente la sua arte (perchè di questo si parla) è divenuta nota a tutti, anche ai non addetti al settore. Ed il suo nome è stato immediatamente associato alla casa di Iwata. Pochi, però, sanno che Kimura da tempo ama mettere le mani sugli “small block” (così vengono chiamati i motori Sportster) Harley-Davidson. Le sue aziende Zero Engineering (costruiva i famosi “Samurai Chopper”) ed ora la nuova Cabott Engineering http://www.chabottengineering.com/ lo hanno portato alle cronache della scena custom mondiale.
Lo Sportster in questione è una vera cafe racer, anche se sono state apportate delle piccole variazioni sul tema. Variazioni che hanno riguardato l'utilizzo di parecchio metallo, reso ancor più evidente dalla totale assenza di verniciatura.
Per il resto è estremamente complicato indicare le modifiche apportate, dal momento che la moto è stata praticamente ricostruita quasi tutta e Shinya Kimura è intervenuto pesantemente anche sul motore.
Si tratta di uno Sportster intrigante che riporta alle origini del motociclismo. Al suo aspetto più puro ed essenziale. L'utilizzo di così tanto metallo, evidenziato attraverso la totale assenza di ogni forma di verniciatura, fa pensare che ci si trovi al cospetto di una moto costruita agli inizi del novecento.
UP: la grande opera di lavorazione del metallo che traspare in ogni dettaglio di questo Sportster.
DOWN: un difetto bisogna trovarlo. Cromaticamente la moto non fa impazzire.
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