Armonia delle forme ed alcuni elementi del tutto particolari caratterizzano questo bobber con molte parti costruite appositamente.
Il bobber è una di quelle moto che nella mente di ogni biker si contraddistingue per l'opulenza delle forme, la classicità delle linee e la vistosità della verniciatura. Quando qualcuno di questi elementi tipici viene meno, il bobber potrebbe passare del tutto inosservato a fronte, anche, di un ottimo lavoro.
Quentin Vaulet (che prende il nome di colui che l'ha costruito) è un bobber che non rispetta gli stereotipi, ma si ispira alle moto degli anni venti pur se con l'aggiunta di elementi futuristici.
Lo si nota immediatamente dalla verniciatura dei serbatoi e dello striminzito parafango posteriore, con toni in metallo ed ottone, ma anche dal filtro dell'aria Kuryakyn in alluminio billet, dai due scarichi liberi e dal quadro elettrico spostato sotto la sella.
Per il resto, il lavoro ha seguito l'iter tradizionale, con la modifica del telaio originale che è stato abbassato di quattro pollici ed allungato di due e modificato per farlo diventare di tipo hardtail (con la parte posteriore rigida), finendo con il montaggio di una forcella tipo Springer e due cerchi da 16 pollici dotati di pnematici Avon Speedmaster MKII.
Nel mezzo, numerosi particolari costruiti a mano, come lo stupendo serbatoio dell'olio, oppure alcune parti abilmente scelte, quali il coperchio del carter motore sinistro della EMD, oppure il grande lavoro di mimetizzazione di tutti i cavi.
Il tutto in grado di conferire una grande pulizia dell'insieme che fa pensare ad un progetto studiato al computer e realizzato all'interno di una fabbrica.
UP: il serbatoio dell'olio
DOWN: il quadro elettrico sotto la sella
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