In un'epoca in cui molte moto sono pensate, studiate e costruite al computer, impressiona trovare chi forgia ancora il metallo alla vecchia maniera.
Ed impressiona ancora di più sapere che ci sono ancora dei visionari che utilizzano vecchi Ironhead 1000 per le loro elaborazioni, invece dei più affidabili Sportster Evolution o di qualche moto di ultima generazione.
Se poi pensiamo che qualcuno di questi visionari possa venire dalla lontana e fredda Russia abbiamo l'esatta dimensione di quanto realizzato, perchè da poco tempo, oltretutto, nell'Unione Sovietica le Harley-Davidson non sono bandite.
La bellezza di questo XLH del 1972 è che è stato costruito quasi interamente a mano. Salvo telaio ed ammortizzatori e ruote.
Stupiscono per la forma inusuale il parafango anteriore ed il serbatoio della benzina, ma sono tantissimi i particolari che attraggono, così come il doppio scarico parallelo che passa sotto il telaio.
Impossibile identificarla in maniera netta con qualche stile: un mix tra un cafe racer ed un dragster, coniando il nuovo termine di CAFE-DRAGSTER.
Questa XLH, così concepita fa parte di quel tipo di moto che vorremmo vedere più spesso in giro.
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