Un “mostro” old-school.
Incute terrore solo a guardarlo questo dragster costruito secondo la vecchia tradizione. Il motivo è semplice: doppio motore Ironhead 1000 di due esemplari di XLCH montato in un unico telaio.
Un lavoro difficilissimo. Si deve tener presente che il telaio si può rompere e che i due motori possono non funzionare in maniera armonica. Il progettista ha lavorato sul funzionamento dei due motori che al minimo girano come se fosse un singolo motore Harley-Davidson, mentre agli alti regimi assomigliano ad un quattro cilindri nipponico. Poiché la trasmissione dello Sportster Ironhead è fragile, per contenere la potenza notevolmente aumentata e le molte vibrazioni è stato installato un cambio a quattro velocità prelevato da un Big Twin del 1980.
Il telaio è stato appositamente studiato e costruito con tubi in acciaio, abbinato ad una forcella proveniente da una Ducati 750 Imola degli anni settanta, opportunamente abbassata e lavorata per avere anche un “custom look”. I cerchi sono in alluminio da 18 pollici. I due motori, a parte una revisione totale, non hanno subito interventi, salvo il montaggio di due carburatori S&S Super B con trombette di aspirazione ed un doppio scarico due-in-uno. Quasi tutto il dragster è stato costruito a mano. Il serbatoio dell’olio è contenuto all'interno del piccolo codone in alluminio, mentre quello del carburante si trova nella tradizionale posizione e segue il profilo della moto.
Mette paura la scelta dell’avviamento a “kick-start” invece di quello tradizionale con il classico motorino d’avviamento, ma probabilmente è motivato da ragioni tecniche. Questo mostro è stato esposto allo “Yokohama Hot Rod Custom Show” del 2018.
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