Se il 1986 è un anno importante per lo Sportster poiché arriva il nuovo motore interamente in alluminio, il 1991 segna un passo importante: viene introdotto il nuovo cambio a cinque rapporti e la trasmissione finale a cinghia dentata, in luogo di quella a catena.
Queste due innovazioni, unitamente al manubrio “a corna di bue” garantiscono un maggior comfort di marcia e minori interventi di manutenzione. La cinghia stessa non ha bisogno di alcuna cura, salvo un controllo periodico della tensione, garantendo una durata di circa cinquanta mila chilometri.
Sul modello da 1200 cc (che si differenzia dall’883 per un alesaggio maggiore dei cilindri) viene montato anche il contagiri.
Il motore è interamente in alluminio ed esteticamente si differenzia, rispetto al modello con minore cilindrata, per la presenza dei cilindri neri.
Il classico serbatoio “peanut” da 8 litri sarà ancora presente per diversi anni.
Queste migliorie rendono lo Sportster appetibile da una nuova fascia di utenza che non si identifica con il biker duro e puro.
Siamo agli inizi degli anni novanta: Harley-Davidson si sta appena affacciando sul mercato italiano e ci vorrà ancora del tempo prima che decida di operare quegli interventi indispensabili sui modelli di serie, in grado di rendere lo Sportster una moto praticamente fruibile da chiunque.



Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.