Forse gli hot-rod sono le moto che più riportano indietro nel tempo, richiamando il periodo a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta. Periodo nel quale Stati Uniti ed Europa si stavano lasciando alle spalle la Grande Guerra, guardando al futuro con ottimismo.
Era quello che molti definiscono il periodo del "boom economico" che avrebbe cambiato per sempre gli stili di vita di molti.
La televisione stava entrando piano piano nelle case di tutte le famiglie ed i giovani vedevano il futuro con ancor più fervore consci del fatto che, dopo un periodo critico, sarebbero arrivati momenti spensierati. Negli Stati Uniti la Guerra del Vietnam doveva ancora affacciarsi, così come le grandi contestazioni sociali portate dal movimento hippie.
Molti ragazzi poterono comprarsi l'auto e nacquero le prime, brevi, sfide da un semaforo all'altro.
Si sviluppò il movimento "hot-rod" parallelamente al fenomeno delle cafe-racer in Inghilterra, solamente che negli Stati Uniti riguardava maggiormente le auto rispetto alle moto.
Carrozzeria alleggerita, motori elaborati, verniciatura "flames", grandi pneumatici e parafanghi inesistenti rappresentavano un "must" a cui quasi tutti dovevano attenersi.
Questo Sportster Ironhead del 1973, sebbene di un'epoca successiva, richiama perfettamente lo spirito "hot-rod". Linee pulite e filanti, gommone posteriore da auto, motore elaborato con doppio carburatore e scarichi liberi (dopo essere stato interamente revisionato e lucidato nella quasi totalità), verniciatura "metal-flake" a diversi strati, generale opera di alleggerimento.
Non manca qualche diavoleria come la piccola batteria posta nel serbatoio del carburante, oppure il serbatoio dell'olio in alluminio, realizzato interamente a mano.
E' uno Sportster che incita alla sfida.
Che riporta indietro a quei favolosi anni sessanta!!!!!!!
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