Ultimamente non mi capita di pubblicare Buell o di parlarne molto, ma non me ne sono affatto dimenticato.
Una moto che quando vidi mi fece urlare al miracolo e la percepii come una sorta di Bimota made in USA.
In questi giorni, casualmente, stavo ripensando alla Buell M2 Cyclone del 1997 (una delle prime Buell vendute a Roma in quegli anni dall’amico Fabrizio Farinelli e dalla Numero Uno di Roma), venduta alla fine del 1999, di cui trovo alcuni elementi in comune con il 1200 Roadster del 2017 comprato da Harley-Davidson Jesi.
Peccato per la fine che abbia fatto il marchio Buell, perché in molte soluzioni tecniche di Erik Buell c’era qualcosa di avveniristico e di geniale.
Trovare una S1 nelle condizioni di questa vista in vendita negli States (che monta solo un terminale Vance & Hines), penso che sia molto difficile.
Tornando indietro nel tempo, ricordo che le elaborazioni erano per lo più limitate allo scarico ed alla rimozione del filtro dell’aria originale, sostituito con un elemento prelevato dallo Sportster, per far respirare meglio il motore che aveva una valanga di coppia fin dai duemila giri ed una erogazione molto piatta. Facevi strada e non te ne accorgevi. Più o meno quanto accade con il 1200 Roadster…..
Sul reparto freni, almeno inizialmente, non metteva mani praticamente nessuno. Il singolo disco anteriore di grandi dimensioni con pinza freno a sei pistoncini era stato scelto per avere un minor effetto giroscopico in curva e permettere alla moto di essere ancor più reattiva di quanto già non fosse (aveva quote ciclistiche di una duecentocinquanta da gran premio). I problemi arrivavano appena toccavi il freno anteriore in curva, dato che la moto tendeva ad drizzarsi immediatamente.
C’erano una serie di difetti e rotture varie, dovute anche all’utilizzo della estremo della moto, quasi al pari di una sportiva. A qualcuno si ruppe la staffa anteriore di collegamento del motore al telaio, io ebbi problemi con i gommini di tenuta del forcellone (risolto dalla Numero Uno in garanzia sebbene la stessa fosse scaduta da un pezzo…..).
Racconto un aneddoto che dimostra quanto sia robusto il motore Sportster, anche in questa versione montata su Buell nei primi anni.
Nel 1998 e nel 1999 ai Triumph Day in pista potevano partecipare anche i possessori di Buell.
Il primo si tenne sulla pista di Vairano di Vidigulfo dove arrivammo da Roma dopo aver fatto tutta la Cassia.
La domenica per tornare facemmo l’autostrada e mi sparai quasi tutto il tragitto a 180 km/h per stare appresso all’amico Farinelli che stava con una Triumph Speed Triple (la prima della nuova versione che agli inizi aveva il motore da 885 cc per poi salire dopo qualche anno a 955 cc).
A parte il caos generato dal terminale Supertrapp, il motore non ebbe il minimo problema!!!!!!!