The Legend of Harley Davidson Sportster

Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

giovedì 18 dicembre 2025

HOT ROD TURBO IRONHEAD SPORTSTER


 



Le elaborazioni dei motori in campo motociclistico, effettuate utilizzando kit turbo sono sempre più rare per tutta una serie di motivi, tra i quali volumi del turbo stesso, a fronte di un notevole aumento di potenza ottenuta su un motore di serie.

Dell'argomento ne parlammo quasi dieci anni addietro con Roberto Rosso di Twin Service di Torino che ci fornì ampie spiegazioni e ragguagli in merito.


A distanza di tutto questo tempo, turbina e compressore volumetrico non hanno trovato applicazione sul prodotto di serie in campo motociclistico, salvo sporadiche situazioni come la Kawasaki H2R. La Honda ad Eicma 2025 ha presentano una naked mossa da un innovativo motore a tre cilindri a V da 900 cc con compressore volumetrico, ma bisognerà verificarne la effettiva, futura, messa in produzione.

I fratelli Del Prado, conosciuti come DP Customs, hanno deciso di creare qualcosa di veramente selvaggio per un cliente, utilizzando uno Sportster Ironhead 1000 del 1979.
Il loro obiettivo è stato perfettamente centrato.

Hanno iniziato costruendo a mano un telaio rigido basso elungo con specifiche misure all'interno del quale hanno montato il vecchio Ironhead debitamente elaborato tramite pistoni forgiati, valvole e molle nuove, kit turbo e carburatore Mikuni.

Il montaggio e la messa a punto del turbo sono stati particolarmente complessi in quanto sono stati costruiti numerosi elementi per adattare il turbo al motore Sportster.

L'impianto frenante vede un kit Brembo all'anteriore, mentre posteriormente abbiamo un kit che funge contemporaneamente da corona e freno.

Per avere un vero hot-tod è stato scelto di montare pneumatico posteriore Goodyear su cerchio automobilistico e verniciatura metalflake.

Up: progetto innovativo
Down: il motore cromato stona con lo spirito hot-rod

venerdì 5 dicembre 2025

ALLA PORTATA DI TUTTI!!!!!


 


Uno dei tanti problemi da affrontare quando si decide di elaborare la propria moto può essere rappresentato da quello di tipo economico. Partire con l'idea di spendere una piccola cifra eppoi trovarsi a dover affrontare spese ingenti capita molto di frequente se non si hanno le idee chiare in merito.

A parte gli interventi minimi che non cambiano la natura della moto ma ne esaltano solo alcuni aspetti, tra le tipologie di moto che richiedono meno attenzioni a livello economico ed estetico ci sono le street-tracker.

Prendendo spunto da questo Sportster 883 del 1998 si possono ottenere buoni risultati.

Il motore ha subito un aumento di potenza grazie ad un kit Screamin'Eagle che fa crescere la cubatura fino a 1200 cc, teste Buell Lightning, carburatore Mikuni HSR42 e doppio scarico Supertrapp alto.

E' stato montato un codone in materiale plastico per moto da flat-track (che viene prodotto da diverse aziende del settore e si trova tranquillamente in commercio) abbinato ad una sella Corbin ed un serbatoio del carburante da 8,5 litri (il classico peanut), con grafiche 883R.

Completano l'opera i comandi arretrati Storz Performance, una piastra antisvirgolo Screamin'Eagle ed il montaggio di un secondo disco freno anteriore.

Questo ultimo intervento è da valutare in quanto può essere sufficiente montare un disco freno singolo di diametro maggiore con pinza a quattro pistoni.

mercoledì 26 novembre 2025

CRABSTER – Freeeway Magazine Italia n.39 del giugno 1997


 



Continuando a raccontare oltre dieci anni di custom attraverso articoli di Sportster pubblicati sulla rivista cult italiana, mi viene in mente un aspetto di quegli anni: l’influenza che proprio ad inizio anni novanta esercitarono Arlen Ness e Battistinis nell’Europa centrale, portando un modo differente di vedere il custom, ovviamente non ad appannaggio di tutti.

Si videro così le prime moto molto raffinate dall’aspetto low, molte realizzate utilizzando telai rigidi talvolta costruiti in casa e verniciati in tinta con il resto della carrozzeria.

Questa visione contrastava nettamente con quella scandinava dove i chopper dalle lunghe forcelle erano un vero e proprio elemento identificativo di appartenenza, per non dire culturale.

Questo Sportster, pur riprendendo l’aspetto low, abbina qualche elemento scandinavo, come la lunga forcella ed il grosso pneumatico posteriore di tipo automobilistico.

Il motore è un 1200 con qualche intervento, senza nulla di trascendentale.

Ovviamente tutta la carrozzeria e fatta a mano, così come il serbatoio del carburante dalla forma allungata che segue fedelmente il sentiero tracciato da Battistinis.

sabato 22 novembre 2025

ATTENTI A DOVE COMPRATE LE MOTO (NUOVE e USATE) !!!!


Tempo addietro ho raccontato di una bruttissima esperienza (che gli amici stretti conoscono in ogni dettaglio….) vissuta nel 2022 con l’acquisto di uno Sportster 1200 S a quattro candele da sedicenti professionisti del settore, rivelatisi poi truffatori, tramutando in incubo quello che doveva essere un sogno.

https://1957legend.blogspot.com/2025/03/storia-non-lieto-fine-di-uno-sportster.html 

Tengo a precisare che questi soggetti non sono concessionari di alcun marchio ma semplici rivenditori di moto improvvisati e successivamente accreditati quali professionisti del settore grazie solo a numerosi video fatti e presenza sui social.

Continuate a leggere e capirete perché ho sottolineato che non erano concessionari di alcun marchio.

Quando comprate una moto usate (vale ovviamente per le auto) avete tre opzioni: privato, rivenditore e concessionario mono o plurimandatario. Cosa vuol dire ????? Che può trattarsi di un legame diretto con una casa motociclistica o più case insieme.

Quando comprate da un privato, nel caso il mezzo presenti vizi occulti non facilmente individuabili attraverso la comune esperienza, potrete adire immediatamente le vie legali per ottenere una riduzione sul prezzo di vendita, l’eventuale rimborso integrale della somma erogata (dietro restituzione del mezzo), oppure vantare una pretesa risarcitoria nel caso lamentiate un danno, ottenendo soddisfazione  qualora il venditore abbia beni da aggredire a livello economico.

Altra ipotesi è che si compri la moto da un concessionario. Esempio: debbo comprare  la MOTO ZETA nuova e mi rivolgo ad un concessionario ufficiale di questa marca. Come faccio a capire se quel negozio fa parte ancora della rete ufficiale ???? Si deve cercare sul sito ufficiale della casa costruttrice e, per essere più sicuri, fare poi una telefonata all’importatore italiano chiedendo notizie in merito.  Può succedere che i siti internet non vengano aggiornati in tempo reale e concessionari che non facevano più parte della rete ufficiale di una determinata casa motociclistica, risultino in quel momento ancora nella rete ufficiale. 

Comprare una moto (nuova o usata) da un concessionario ufficiale è la situazione migliore

Il concessionario ufficiale ha un rapporto diretto con la casa madre che, in qualche modo, può intervenire direttamente per problematiche sottese al mezzo oppure qualora l’assistenza non sia adeguata (consiglio di controllare sempre che venga attivata dal concessionario stesso la garanzia). 

Non dimentichiamoci poi (prendo ad esempio il caso di Harley-Davidson dove per aprire un concessionario deve prestare, tra l’altro, una garanzia fideiussoria notevole….) che in caso di doglianze potrete veder soddisfatta fattivamente la vostra pretesa qualora un giudice vi dia ragione. Questo concetto vale per la maggior parte dei concessionari: moto nuova o usata che sia.

Esempio pratico: volete comprare la MOTO ZETA usata che si trova presso il concessionario della marca VATTELAPESCA. Benissimo!!!! Qualora la moto non sia più coperta dalla garanzia della casa madre, avrà comunque la garanzia annuale del concessionario stesso, che ha tutti gli interessi ad offrirvi il miglior servizio onde evitare di subire ritorsioni a livello economico o rischiare di perdere il mandato della casa motociclistica di riferimento. Ripeto che questa è la miglior soluzione per l’acquisto di una moto anche se pagherete la moto un poco di più rispetto al normale prezzo di mercato!!!! Ovviamente non tutti i concessionari sono uguali e la sicurezza che non vi siano problemi di sorta non si può avere con niente e nessuno. 

Ultima ipotesi: il rivenditore.

Il rivenditore è assolutamente da evitare qualora non conosciate più che bene il rivenditore stesso oppure la moto che comprate.

Lo specchietto per le allodole è la loro garanzia sul mezzo. Ma questa garanzia è carta straccia!!!! Qualora sia ancora in vigore, vale solo la garanzia della casa madre!!!!

Perchè ?????

Spesso questo tipo di soggetti giuridici aprono una ditta individuale, ma non hanno beni individuali e/o assicurazioni per soddisfare le pretese risarcitorie degli eventuali clienti insoddisfatti, oppure figurano con società di capitali incapienti, dove il capitale realmente presente spesso non è in grado di permettere nemmeno l’acquisto di un pacco di noccioline.

Non dimenticate che chiunque può aprire una rivendita di auto/moto e non servono particolari requisiti. 

Quindi…..occhio alla penna!!!!!



mercoledì 19 novembre 2025

Oro giallo



Quando si vuole migliorare la guidabilità di una moto, specialmente se si parla di Harley-Davidson, bisogna intervenire in maniera sostanziale sulla ciclistica.

Con l'XR1200 è quasi un gioco da ragazzi, visto che diversi anni addietro sono stati organizzati trofei su pista e non vi è nessuna ricetta segreta per farla andare più forte sebbene, il proprietario abbia operato scelte del tutto personali per quanto riguarda la misura dei cerchi.

Le moto dei trofei mantenevano il posteriore originale da 17 pollici e sostituivano solo il cerchio anteriore da 18 pollici con altra unità da 17 pollici.

Il proprietario di questa XR invece ha optato per misure dei cerchi da 18 pollici al posteriore e 19 all'anteriore (....come lo Sportster 1200 CX Roadster...). 

Questa soluzione, sebbene alzi il baricentro della moto, garantisce comunque una buona maneggevolezza ed una grande stabilità sui percorsi veloci.

Il comparto sospensioni è stato affidato alla Ohlins che ha fornito forcella ed ammortizzatori posteriori, mentre il motore è restato di serie, salvo lo scarico Remus due-in-uno, che ha comportato il necessario aggiornamento della centralina, ed un intervento sull'aspirazione con il montaggio di un filtro dell'aria aperto.

Le sovrastrutture sono rimaste di serie ma è stata cambiata la colorazione, forse troppo anonima per questo tipo di moto.

UP: i cerchi sono una vera goduria
DOWN: la verniciatura

mercoledì 12 novembre 2025

Brat 883


 



Ci sono mille modi di interpretare il custom e lo Sportster è una tela bianca sulla quale ci si può sbizzarrire a piacimento dando sfogo alla propria creatività oppure seguendo poche e semplici regole. Non è detto che nel primo caso i risultati siano migliori.

Uno degli stili che sta trovando seguaci, soprattutto nel “Paese del Sol Levante” è lo stile “brat”, caratterizzato da un’estetica minimalista, ma di compromesso tra cafe racer e bobber.

Chi segue questa tendenza parte da un concetto di moto “low”, spesso priva del parafango anteriore, con verniciature scure, realizzata con poca spesa.

Se prendiamo questo Sportster 883 del 2001, si nota immediatamente che la carrozzeria è realizzata in materiali compositi, con parafango anteriore e codone molto corti. Peccato per la rimozione dei supporti del parafango posteriore che ha comportato interventi strutturali al telaio.

La ciclistica è stata abbassata montando un paio di ammortizzatori corti e lavorando sulla parte interna della forcella. I cerchi sono originali ma calzano un paio di pneumatici Firestone dalle dimensioni maggiori rispetto a quelli originali.
Anche il motore è rimasto di serie tranne per un doppio scarico Sideway Megaphone ed un filtro dell’aria aperto.

La verniciatura e nera lucida con i tradizionali loghi Harley-Davidson sul serbatoio.

UP: stile brat elegante e sobrio
DOWN: i supporti del parafango posteriore eliminati

mercoledì 22 ottobre 2025

Fuoco e fiamme dagli anni settanta!!!!!


 




Non capita spesso di imbattersi in customizzazioni “giuste”, cioè in quel genere di moto che, non appena viste, fanno pensare a quanto siano fatte bene, anche se poi qualche dettaglio lo vorremmo cambiare.

Questo Sportster XLCH arriva direttamente dal 1970, riprendendone i concetti ed ispirandosi, per lo stile, agli Sportster con cui Evel Knievel compiva le sue esibizioni.

La verniciatura asimmetrica balza subito agli occhi, con il metalflake arancio e blu sfumato su carrozzeria bianco perla e tratti psichedelici. Carrozzeria interamente in alluminio composta da codone e serbatoio del carburante in puro stile flattrack, abbinata ad un largo manubrio dotato di traversino.

I cerchi sono originali ma nuovamente raggiati e lucidati, così come tutte le parti in metallo

L’avantreno è dotato di forcella Ceriani, sulla quale è stata montata una mascherina in ferro battuto contenente due fari rettangolari, sovrapposti, ma disassati (elemento caratteristico dei chopper anni settanta….). Gli ammortizzatori posteriori, invece, sono Ohlins con possibilità di regolazione dell’interasse. L’altezza del veicolo è stata variata più volte per ottenere un bilanciamento ottimale nella guida.

Il motore, tutto originale ed interamente revisionato, ha beneficiato di qualche cavallo in più grazie a carburatore Dell’Orto e scarico due-in-uno libero realizzato a mano.

UP: progetto entusiasmante
DOWN: vorremmo vedere più elaborazioni come questa!!!!

mercoledì 15 ottobre 2025

Il Mito non si Tocca!!!!!! - Secondo Capitolo


 



Chiariamo subito un concetto: il custom è bello e molto affascinante. Fatto di mille sfaccettature ed interpretazioni come la vita.

Il custom, però deve essere esercitato su esemplari di moto che in qualche modo necessitino dell'intervento dell'opera dell'uomo. Necessità collegate al ripristino della moto a seguito di incidente oppure a qualche intervento radicale su modelli poco fortunati. Parliamo, quindi,  non di semplici accorgimenti volti a migliorarne alcuni aspetti.

Ciò che non si deve assolutamente fare è trasformare modelli iconici che vanno solo restaurati ed, al limite, migliorati in pochi elementi.

L'XLCR 1000 è una di quelle moto che deve restare fedele a se stessa. Prodotta in poco più di tremila unità tra il 1977 ed il 1979, deve essere oggetto solo ed esclusivamente di restauri conservativi.

Questo XLCR 1000 rivisitato in chiave scrambler è una bellissima realizzazione, ma non doveva essere effettuata!!!! La moto andava lasciata originale o restaurata, invece è stata completamente stravolta. C'è solo un vago accenno alle forme originali dato dal serbatoio del carburante e dal codino interamente realizzati a mano.

Cilindrata portata a 1340 cc tramite alesaggio dei cilindri e montaggio di un paio di pistoni della KB Performance. Al possente motore è stato abbinato un carburatore S&S ed uno scarico artigianale, con terminali SuperTrapp, che passa sotto la sella. Necessariamente è stato dovuto spostare il serbatoio dell'olio, che ora trova la sua collocazione sulla parte sinistra che compone il serbatoio del carburante e la batteri dietro al motore.

Forcelle Showa da 38mm provenienti da FXR, rivisitate internamente con un kit di cartucce Ohlins ed una coppia di ammortizzatori Bitubo completano il reparto sospensioni. Il telaio è stato riverniciato completamente......

Up: tracker molto interessante

Down: per questa trasformazione si doveva utilizzare uno Sportster standard costruito fino al 2003 e non un XLCR 1000!!!!

mercoledì 8 ottobre 2025

1975 - Sportster Drag-bike


 


Chi si sta meravigliando della notorietà che sta avendo in questi ultimi tempi il Campionato King of The Baggers, dovrebbe fare un passo indietro nel tempo lungo almeno cinquant’anni, perché Harley-Davidson non è stata sempre lontana dalle corse. 

Anzi..... gare di flat-track con l’iconica XR 750 e quelle con la versione stradale denominata TT (poco conosciuta), ma anche di accelerazione sul quarto di miglio. Le famose drag-race, dove praticamente sono stati utilizzati tutti i motori, compresi i criticati Ironhead.

Questo Sportster Ironhead 1000 è una vera moto da corsa. Per chi è abituato a vedere le drag-race odierne non deve fare ingannare la presenza di un disco freno anteriore, poichè parliamo sempre di una moto costruita nel 1975 secondo i canoni dell’epoca.

Il telaio è figlio di quei tempi: tubolare, di tipo rigido, con un forcellone anche esso in tubi ed il cannotto dello sterzo molto avanzato rispetto al posizionamento del motore. 

Si tratta di un’unità costruita artigianalmente come spesso si faceva. Le famose moto “digger” di Arlen Ness, prendono ispirazione proprio dalle corse sul quarto di miglio. Su questa moto è stata montata una forcella Ceriani, un cerchio anteriore da 21 pollici ed uno posteriore da 16 pollici in alluminio ricavato dal pieno dotato di pneumatico slick.

Il motore ha testate pesantemente modificate, cilindri senza alette di raffreddamento, carburatore S&S e scarico due-in-uno libero. Purtroppo non sono stato forniti i dati relativi alla cilindrata.

Su questo tipo di moto in cui il peso è fondamentale rispetto a mezzi destinate ad altro tipo di competizioni, il serbatoio dell’olio cilindrico fissato anteriormente al telaio in maniera obliqua, mentre quello del carburante è fissato sopra la trave superiore del telaio ed a malapena si vede……

Se vi dovesse capitare un motore Ironhead 1000 non lo buttate. Pensate a questa moto e magari divertitevi a costruire una bella show-bike con cui andare anche a prendere l’aperitivo al bar!!!!

UP: un vero dragster costruito nel 1975 con tanto di verniciatura "ad hoc"
DOWN: non si conosce cilindrata e potenza del motore

mercoledì 1 ottobre 2025

Black Rain!


 

In un momento ove le proposte della maggior parte delle case motociclistiche sono orientate alla riscoperta di precisi periodi storici, proporre questo Sportster Evolution, tributo alla moto utilizzata dall’attore Michael Douglas nel celebre film Black Rain, è  doveroso anche alla luce del fatto che la Suzuki ha da poco messo in produzione la GSX-8TT, che sembra si ispiri proprio a quella moto ed alla XLCR 1000.

I concetti chiave sono legati all’esatta riproduzione e perfetto abbinamento del codone con il serbatoio, che debbono avere precise forme.

Il cupolino può essere leggermente differente.

Il resto della moto è totalmente di serie, salvo il doppio scarico, sovrapposto, sul lato destro ed un paio di ammortizzatori posteriori un poco più lunghi degli originali.

Di elaborazioni a tema ne abbiamo viste molte con l’utilizzo di differenti modelli Sportster. Una molto intrigante, tributo alla moto del film Black Rain, è stata realizzata da Harley-Davidson Speed Shop Firenze  sulla base dello Sportster 1200 CX Roadster.

Un’altra, invece, in stile XLCR 1000, anche questa su base Sportster 1200 CX Roadster, è stata realizzata da Harley-Davidson On The Road Napoli.

La versione migliore da impiegare per questo stile è la standard (nelle cilindrate 883-1200) dei modelli prodotti fino al 2003. 


Up: con questo Sportster ti senti Michael Douglas 

Down: motore e cerchi a livello estetico sembrano trascurati